sabato 16 maggio 2015

Il "derby". Te con chi giochi?


Cari Amici Italiani,
 
molti di voi intervengono sul social network più popolare, Facebook, criticandomi sul mio atteggiamento “buonista” nei confronti di chi migra dal suo Paese perchè esiste una situazione sociale ed economica divenuta ormai, per lui e la sua famiglia, insopportabile.

Ho riflettuto molto sulle parole che avete scritto, sul vostro atteggiamento a volte violento, sulle vostre motivazioni.

Ho fatto anche un’autocritica sul mio pensiero per capire se sbagliavo.
Poi sono giunto ad una conclusione.

Non è un problema di natura economica o sociale che vi porta a pensare e poi a scrivere frasi contro altri essere umani.

E’ l’egoismo.

Da wikipedia:
Per egoismo si intende un insieme di atteggiamenti e comportamenti
finalizzati unicamente, o in maniera molto spiccata, al conseguimento dell'interesse del soggetto che ne è autore, il quale persegue i suoi fini anche a costo di danneggiare, o comunque limitare, gli interessi del prossimo (questa è già un'accezione peggiorativa dell'egoismo).

L’egoismo porta alla solitudine.

Solitudine personale ma, nel caso di una società, anche alla solitudine di un intero popolo.
Ed ‘ quello che probabilmente vi sentite oggi come abitanti della penisola.

E vi ricordo che la solitudine è l’anticamera del suicido.

Ed in questo caso è l'anticamera del suicidio di un’intera società.

Se parli con voi, mi dite che non siete razzisti e neppure egoisti.

Voi non ve ne rendete conto ma il vostro comportamento lo è.
Eccome se lo è.

Molti di voi si rifugiano nella difesa dell’italianità per nascondere  l’incapacità di progredire, di andare oltre la propria anima, di cavalcare eventi storici, di essere in grado di modificare la Stato in relazione alle nuove esigenze dell’uomo di questo secolo.

Molti di voi hanno paura di perdere quanto guadagnato e risparmiato, non sapendo che i guadagni non sono solo materiali, ma sono anche immateriali.

I guadagni materiali rimarranno su  questa terra, mentre i guadagni immateriali ci seguiranno nell’eternità.

E saremmo ricordati, dalle generazioni che verranno, più per le cose immateriali (bontà, bravura, intelligenza) che non per quelle materiali (casa, soldi).

L’egoismo ha un suo nemico: l’altruismo.

Nella società di oggi, parafransando il calcio: è un derby.

Ma sappiamo già sin d’ora, una volta terminata la partita, chi sarà il vincitore.

Il vincitore sarà l'altruismo.

Io combatto nella squadra dell’altruismo.
Ho sempre combattuto per quella maglia.
Se Dio me lo permette combatterò ancora.

Cari amici, vi dico solo questo: pensate all’altruismo come una meta da raggiungere per non rimanere soli e per concretizzare la vita vissuta, e che vivrete, con i veri valori che ogni uomo dovrebbe avere.

 Concludo, vivendo a Londra con un aforisma, questo:
"L’essere egoisti non significa vivere facendo i propri comodi, ma chiedere agli altri di vivere secondo i nostri comodi. 
La mancanza di egoismo invece consiste nel lasciar vivere il prossimo senza interferire nelle sue faccende"Oscar Wilde

Grazie per l'attenzione, vi saluto tutti con grande affetto ed amicizia.


Riccardo Cacelli

Londra, 16 maggio 2015

domenica 29 marzo 2015

Pregare è come tenere la fune che ci porge Dio


Londra – In questa città, da secoli capitale finanziaria del Mondo, dove si decidono le sorti economiche di Stati, di imprese, di lavoratori e le loro famiglie, mi sono avvicinato ancor di più alla Fede ed a Cristo.

Mi ero avvicinato già quando abitavo a Cascina e poi a Montecastello, ma qui ho trovato una dimensione diversa, una capacità di trasmettere e di ricevere.

Ed ho iniziato a pregare in maniera diversa. Sempre  le stesse preghiere, ma con un diverso approccio: la consapevolezza di essere ascoltato.

Ascoltato nelle mie preghiere, nelle mie tribolazioni della vita quotidiana,  nella ricerca di energia necessaria per mantenere una promessa di opere di misericordia e solidarietà.

La Cripta di Gesù,  a sinistra dentro la cattedrale di Westminster, la Madonnina della Chiesa Italiana, quella  della piccola Chiesa di Holborn o quella della Chiesa del Most Precious Blood sulla Redcroos Way, sono solo alcuni luoghi dove sono stato ascoltato.

Ma sono stato ascoltato anche passeggiando lungo le vie, sui bus o dentro la tube.

La preghiera avvicina l’anima a Dio, ma deve essere una preghiera “piena” non superificiale o, come io la chiamo “domenicale”.
Ogni istante del giorno è il momento giusto per pregare, ogni luogo è il posto ideale per pregare, ogni preghiera è quella che sarà ascoltata.

Non abbiate timore a pregare.
E’ la massima espressione che un uomo può fare, per se stesso e per gli altri.

Dialogare con il Signore, la Madonna, o come nel caso mio anche con San Giuda Taddeo, e loro che ti ascoltano, che ti guidano, che ti consolano, che ti dimostrano con i fatti della loro esistenza significa percorre la vita nella direzione voluta da Dio e per la quale siamo nati.

In questa mia lettera invito tutti a pregare “pienamente”, perché la preghiera è la fune che ci porge Dio.

Non lasciamola mai!!

Riccardo Cacelli

Ps. Era da molto tempo che non scrivevo una “Lettera al mondo”, l’ispirazione a scrivere mi viene dal cuore e non dal cervello.