Il confine tra affetto ed amore è una linea infinita che si chiama Vita.
Vita è materia vivente.
Noi siamo Vita.
Siamo nati dalla Vita.
E diamo la Vita.
E quando ti assale, improvviso, il desiderio di dare, con quella, e solo con quella persona, una nuova Vita è il superamento del confine.
Quel desiderio lo senti, non subito. Entra piano piano, con molta calma.
Poi una mattina al risveglio o la sera nel momento del bilancio giornaliero del nostro vivere, dal cuore ti sorge spontanea una grandissima voglia.
In quel preciso istante è stato superato il confine.
Il confine tra passato e futuro.
Il confine tra paura e serenità,
il confine tra voglia di fuggire e dare un senso alla propria vita.
Il confine tra essere vuoti ed essere completi.
E' il momento della verità, è il momento di salire un gradino, lasciando
indietro ansie e paure e vedendo di fronte un futuro, il tuo futuro.
Oltre quella linea di confine ci sono sterminate praterie di amore, armonia, serenità e tranquillità.
Perchè sai che dalla tua Vita, dalla Vita di chi si è unito insieme a te per condividere questa grande emozione che è l'amore, è stata nata un'altra Vita e quella Vita rappresenta tutto il significato vero e reale del motivo della nostra esistenza.
Questo è il senso della Vita.
Creare una Vita, con la nostra e con chi ti ha saputo dare quell'unica ed irrinunciabile emozionante desiderio.
E' questo l'amore.
Quello vero, quasi fiabesco.
Un amore irrinunciabile.
Un amore degno di essere vissuto, nonostante le inevitabili crisi della quotidiana realtà.
Non disperdiamo al vento il seme dell'amore.
Conserviamolo!
Riccardo Cacelli
Londra, 26 dicembre 2013
giovedì 26 dicembre 2013
venerdì 6 dicembre 2013
A mia madre
Il 6 dicembre 2005 il prione causa del morbo di
Creuzfeldt-Jacob ha vinto sul tuo corpo.
Ma non ha vinto sulla tua anima.
La
tua anima splende nel mio cuore oggi più che mai.
E splende nel cuore di tutti
quelli che grazie al tuo sacrificio sino al 2104 potranno studiare e salvarsi
da questa terribile e rarissima malattia.
Oggi, cara mamma, sto iniziando ad occuparmi di quella cosa
che mi facesti conoscere in ospedale quando ero un bambino.
Ci sono voluti degli
anni, ho dovuto cambiare paese, vedremo se ne sarò capace.
Mi hai insegnato ad
avere la forza e la perseveranza per concretizzare i propri desideri.
Metterò a frutto tutto questo per le famiglie che hanno bambini
malati di cancro.
Quel cancro che vedemmo negli occhi dei bambini vicino a noi
tanti anni fa.
Sento che mi sei vicina come non mai.
Molti non capiranno, è sufficiente credo che lo sappiamo
solo io, te e babbo.
Ti voglio bene,
tuo figlio
domenica 1 dicembre 2013
Il raggiungimento del bene
Carissima,
ieri mi hai posto questo quesito.
"Riccardo secondo te, una persona per il proprio bene, è
meglio che scelga di vivere i propri istinti (anche se poi risultano deleteri)
e fare quindi del male a chi ha mostrato per anni la sua lealtà o....in nome
proprio di questa parola, si sacrifica in attesa che il destino si compia,
ovvero con la speranza che le due strade si dividano da sole (lavorando proprio
per realizzare questa possibilità).In sintesi...meglio essere appagati ora, ma
di una felicità dimezzata, o soffrire avendo fede in una felicità unica?
Unica
perchè sudata, unica perchè meritata, unica perchè cercata continuamente."
Proverò a risponderti.
Allora…
iniziamo dalla ricerca del proprio bene.
Può il bene coincidere con il fare
del male?
No. La risposta è secca. Decisamente no.
Soprattutto verso chi è stato
leale.
La speranza che le strade della vita possano dividersi da sole è un
desiderio legittimo, vero e personale.
Sacrificarsi ancora nella vita,
sacrificarsi per l’altro anche se non lo si ama subito è amare a sua volta. E' un amore diverso, forse più vero e genuino perchè uno dona con il sacrifico tutto se stesso. Sacrificarsi non è forse amore?
Ma
lavorare per realizzare questa possibilità non è bello nè per gli altri né per
se stessi.
Soprattutto
per se stessi.
Agire,
sapendo che il comportamento tenuto porterà inesorabilmente alla divisione
della coppia, l’autostima chi chi compie questo gesto andrà ai livelli più
bassi della propria esistenza.
Entrerà
in gioco prima un grande senso di colpa, poi entrerà anche un senso di smarrimento interiore
che porterà alla ricerca di soluzioni credute sentimentali improvvisate e veramente deleterie per la
propria vita.
Meglio,
credo, sia una felicità diimezzata e soffrire avendo fiducia in una felicità
unica, senza però scendere a compromessi.
Ovvero dare la propria sofferenza per
un bene comune, un obiettivo comune, un sogno comune.
Passare quindi da una fase di rilassamento dei sentimenti ad una fase di
ricostruzione del rapporto, costruendolo con fondamenta diverse.
Per dirla come
i manager del marketing quando descrivono lo S.M.A.R.T. (Specific,Measurable, Achievable, Relevant) ovvero specifiche, misurabili,
raggiungibili, pertinenti.
Anche, credo, le basi del
nuovo rapporto sentimentale devono essere: specifiche, misurabili,
raggiungibili, pertinenti.
Specifiche
perché la coppia deve conoscere la propria specificità partendo dal punto che ritengo irrinunciabile per una coppia: la libertà (ho scritto nel passato il mio concetto di libertà nella coppia), misurabili perché
l’amore si misura con i fatti e gli atteggiamenti tutti i giorni dove non ci deve essere spazio alcuno per la violenza di qualsaisi natura e la sfiducia, raggiungibili come i sogni che la coppia
rinata dovrà perseguire ed infine pertinenti basati sulla realtà sociale e
quotidiana sulla quale la coppia vive.
Infine, mentre mi si chiudono gli occhi, mi sono
venute in mente le parole di Confucio: "Chi desidera procurare il bene altrui ha già assicurato il proprio."
Cara amica, mi auguro di esserti stato di aiuto.
Con affetto,
Riccardo
Londra, notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre 2013
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