domenica 29 marzo 2015

Pregare è come tenere la fune che ci porge Dio


Londra – In questa città, da secoli capitale finanziaria del Mondo, dove si decidono le sorti economiche di Stati, di imprese, di lavoratori e le loro famiglie, mi sono avvicinato ancor di più alla Fede ed a Cristo.

Mi ero avvicinato già quando abitavo a Cascina e poi a Montecastello, ma qui ho trovato una dimensione diversa, una capacità di trasmettere e di ricevere.

Ed ho iniziato a pregare in maniera diversa. Sempre  le stesse preghiere, ma con un diverso approccio: la consapevolezza di essere ascoltato.

Ascoltato nelle mie preghiere, nelle mie tribolazioni della vita quotidiana,  nella ricerca di energia necessaria per mantenere una promessa di opere di misericordia e solidarietà.

La Cripta di Gesù,  a sinistra dentro la cattedrale di Westminster, la Madonnina della Chiesa Italiana, quella  della piccola Chiesa di Holborn o quella della Chiesa del Most Precious Blood sulla Redcroos Way, sono solo alcuni luoghi dove sono stato ascoltato.

Ma sono stato ascoltato anche passeggiando lungo le vie, sui bus o dentro la tube.

La preghiera avvicina l’anima a Dio, ma deve essere una preghiera “piena” non superificiale o, come io la chiamo “domenicale”.
Ogni istante del giorno è il momento giusto per pregare, ogni luogo è il posto ideale per pregare, ogni preghiera è quella che sarà ascoltata.

Non abbiate timore a pregare.
E’ la massima espressione che un uomo può fare, per se stesso e per gli altri.

Dialogare con il Signore, la Madonna, o come nel caso mio anche con San Giuda Taddeo, e loro che ti ascoltano, che ti guidano, che ti consolano, che ti dimostrano con i fatti della loro esistenza significa percorre la vita nella direzione voluta da Dio e per la quale siamo nati.

In questa mia lettera invito tutti a pregare “pienamente”, perché la preghiera è la fune che ci porge Dio.

Non lasciamola mai!!

Riccardo Cacelli

Ps. Era da molto tempo che non scrivevo una “Lettera al mondo”, l’ispirazione a scrivere mi viene dal cuore e non dal cervello.

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